PRESENTAZIONE
San Michele in Isola è oggi il cimitero di Venezia, ma dal 1212 fino al primo decennio del XIX secolo fu cenacolo di dotti.
Secondo le antiche cronache, verso l'anno 980 il benedettino San Romualdo dimorò per qualche tempo in quest'isola, allora disabitata, ed eresse una prima chiesetta dedicata a San Michele.
Nel 1212 i monaci eremiti camaldolesi si stabilirono in quest'isola e alla fine del XIII secolo, la piccola comunità divenne cenobio.
Grazie ad abati illuminati, il monastero di San Michele divenne presto un importante centro di vita spirituale e culturale e annoverò tra i suoi monaci trascrittori di codici, letterati, musicisti, teologi, geografi e cosmografi.
Tra questi, celebre è fra Mauro, autore dello straordinario planisfero, oggi conservato presso la Biblioteca Marciana di Venezia.
La biblioteca poteva contare su circa 40.000 volumi, tra i quali codici miniati, manoscritti e libri rari e preziosi, che in parte andarono persi o distrutti in seguito alle soppressioni decretate dal regime napoleonico.
Dopo le suddette soppressioni, il monastero rimase disabitato e gli austriaci lo adibirono a carcere per i colpevoli di reati politici. Tra i suoi ospiti ci fu Silvio Pellico.
Nel 1829 il convento venne affidato ai frati francescani che vi rimasero fino al 2008.
Ora la chiesa è gestita dal Patriarcato di Venezia.
San Michele in Isola è oggi il cimitero di Venezia, ma dal 1212 fino al primo decennio del XIX secolo fu cenacolo di dotti.
Secondo le antiche cronache, verso l'anno 980 il benedettino San Romualdo dimorò per qualche tempo in quest'isola, allora disabitata, ed eresse una prima chiesetta dedicata a San Michele.
Nel 1212 i monaci eremiti camaldolesi si stabilirono in quest'isola e alla fine del XIII secolo, la piccola comunità divenne cenobio.
Grazie ad abati illuminati, il monastero di San Michele divenne presto un importante centro di vita spirituale e culturale e annoverò tra i suoi monaci trascrittori di codici, letterati, musicisti, teologi, geografi e cosmografi.
Tra questi, celebre è fra Mauro, autore dello straordinario planisfero, oggi conservato presso la Biblioteca Marciana di Venezia.
La biblioteca poteva contare su circa 40.000 volumi, tra i quali codici miniati, manoscritti e libri rari e preziosi, che in parte andarono persi o distrutti in seguito alle soppressioni decretate dal regime napoleonico.
Dopo le suddette soppressioni, il monastero rimase disabitato e gli austriaci lo adibirono a carcere per i colpevoli di reati politici. Tra i suoi ospiti ci fu Silvio Pellico.
Nel 1829 il convento venne affidato ai frati francescani che vi rimasero fino al 2008.
Ora la chiesa è gestita dal Patriarcato di Venezia.